Energia pulita

L'auto ecologica è ancora ostaggio di un circolo vizioso. L'ha capito la Commissione europea, che difatti ha proposto un pacchetto di obiettivi vincolanti per gli Stati membri, “Energia pulita per il trasporto”.
Perché non basta lanciare incentivi per promuovere combustibili verdi o auto elettriche.
Senza una capillare distribuzione dei carburanti alternativi a benzina e gasolio (che sia elettricità per le batterie, metano o idrogeno per i veicoli a doppia alimentazione), i mezzi a basse emissioni di CO2 non si diffonderanno sulle strade europee.

Ci sono tre ostacoli principali, secondo la Commissione: le vetture verdi costano troppo, gli automobilisti sono diffidenti e le stazioni di ricarica e rifornimento scarseggiano.

Ecco il circolo vizioso: gli Stati membri posticipano la costruzione delle stazioni, perché il mercato non decolla.
I prezzi di queste auto restano elevati, perché pochi le comprano.
Gli automobilisti non le comprano, perché costano molto di più di analoghi veicoli con motori tradizionali e perché mancano distributori dedicati.

Bruxelles vorrebbe quindi introdurre un livello minimo di infrastrutture in tutta Europa, con standard comuni. «Lo sviluppo di combustibili innovativi - ha dichiarato Siim Kallas, commissario per i Trasporti - è un modo efficace per rendere l'economia europea più efficiente e ridurre l'eccessiva dipendenza dal petrolio».

La strategia di Bruxelles prevede diverse misure, innanzi tutto per l'auto elettrica. Qui l'obiettivo per il 2020 è realizzare in ogni Paese un numero prefissato di colonnine di ricarica che utilizzino un connettore comune; per esempio, 125.000 in Italia (siamo a 1.350), 150.000 in Germania che ne possiede quasi 2.000, il numero più consistente in Europa.
Poi 122.000 in Gran Bretagna, 97.000 in Francia e 82.000 in Spagna.
Ciò dovrebbe portare, come si legge in una nota della Commissione, a una produzione di massa dei mezzi elettrici a prezzi ragionevoli.

Per quanto riguarda l'idrogeno, Bruxelles ha proposto di potenziare le reti di distribuzione nei Paesi, tra cui Germania, Italia e Danimarca, che già vantano qualche decina di stazioni per questo tipo di combustibile.

L'idea è garantire un punto rifornimento per l'idrogeno ogni 300 km.
C'è poi un capitolo sul gas naturale liquefatto (Gnl), che conta soltanto 38 punti di rifornimento nel Vecchio continente. Anche qui, l'obiettivo è rendere più capillare la rete trans europea delle stazioni (una ogni 400 km) sulle principali arterie percorse dai camion, considerando l'autonomia media di 900 km al massimo per i mezzi pesanti che utilizzano questo combustibile.

Per il gas naturale compresso, il pacchetto Ue ha indicato una distanza di 150 km tra i distributori; circa un milione di veicoli utilizza tale carburante in Europa, lo 0,5% delle vetture totali circolanti, con la previsione di arrivare al 5% nel 2020.

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