Farmaci e immigrazione


A. M. S. I.
Associazione Medici di origine Straniera in Italia

Farmaci, Immigrazione ,Cultura e Religione.
Una grande questione ignorata.



È un mercato da quattro miliardi di euro, rappresentato in Italia dai consumatori attenti all’aspetto halal, cioè lecito secondo il Corano, dei farmaci e dei cosmetici,attualmente, sono solo una decina le aziende italiane emultinazionali, che producono farmaci, integratori e cosmetici in proprio o perconto terzi, che hanno ottenuto la certificazione di mancanza di contaminazione per farmaci, ingredienti, principi attivi e integratori alimentari, incluso il processo di produzione, stoccaggio e trasporto. Sono questi i dati presentati in un recente incontro dall'Hia.

Per la certificazione dei farmaci ingeriti va verificata tra gli ingredienti’assenza totale di sostanze di origine animale che provengano da animali proibiti. , anche' le capsule di rivestimento sono di origine animale e quindi vanno certificate. Inoltre, la presenza di alcol deve essere inferiore allo 0,05% che è la soglia massima ammessa. Gli stessi criteri sono validi per i prodotti cosmetici per uso esterno, con una maggiore tollerabilità per l’alcol" ,dichiara Aodi Foad, Presidente Amsi e Co-mai,deve diventare uno standard applicato a tutto il mercato, adeguandoci alla produzione dei farmaci monodose o in package per terapia, come fanno tutti i paesi avanzati,risparmiando così preziose risorse per il sistema sanitario.

Il Presidente Amsi e Fondatore di Uniti per Unire Foad Aodi ha illustrato in occasione del convegno dell’Iss sulla prescrizione farmaceutica nella popolazione immigrata svoltosi il 4 marzo presso l'Istituto Superiore di sanità ,l'importanza del ruolo delle associazioni e delle comunità straniere rappresentative ed accreditate nell'informazione, la comunicazione, la ricerca, l'analisi e le proposte per la soluzione delle varie problematiche che riguardano tutti i professionisti e cittadini italiani e di origine straniera presentate alle forze politiche e alle istituzioni per l'interesse comune. Nel suo intervento Aodi ha illustrato le varie attività e collaborazioni a livello nazionale ed internazionale iniziate con l'Amsi nel 2000 ed ultimamente intensificate ed ampliate a tutte le professioni con "Uniti per Unire", il primo Movimento non apartitico Interprofessionale Transculturale Internazionale in Italia ,e le associazioni e comunità aderenti .


Il ruolo del farmacista è fondamentale per la popolazione immigrata, dato che ha un bassissimo tasso di utilizzo di farmaci e ricorso a prestazioni sanitarie: E’ questo risparmio eccessivo non è un buon indicatore, perché bisogna raggiungere una soglia minima di assistenza valida per tutti. Infatti,secondo Foad Aodi e la "Commissione Farmacisti dell'Amsi" che sta approfondendo ed affrontando delle ricerche su tematiche di primaria importanza dal punto di vista sociale ed economico ma tante volte ignorate,“ gli immigrati molto spesso sono cittadini che non hanno un medico di famiglia continua Aodi e per loro il farmacista rappresenta il riferimento principale per i problemi di salute, ed è importante che sappiano dare consigli e informare nel modo più corretto possibile, invitando gli immigrati a rivolgersi maggiormente ai medici di famiglia, al pronto soccorso e agli ambulatori specialistici ospedalieri e sul territorio”.

Uno dei prossimi obbiettivi dell'Amsi e di Uniti per Unire conclude Aodi ,è quello di intensificare la collaborazione tra i farmacisti di origine straniera ed italiani per creare una rete di collaborazione ,informazione ed aggiornamento professionale su immigrazione ,sanità ,cultura e religione per promuovere piu' prevenzione e piu' scambio sociosanitario come e' stato fatto in questi anni a favore dei medici ,infermieri ,fisioterapisti ,dentisti e fisioterapisti italiani e di origine straniera tramite i 280 convegni e congressi Amsi e di Uniti per Unire .
I farmacisti di origine straniera sono piu' di 4500 farmacisti in Italia provenienti da tutti i contenenti ma maggiormente da Iran ,Grecia ,Africa ,paesi arabi ed europei invece sono pochi i farmacisti provenienti dai paesi dell'Europa dell'Est al contrario dei medici ed infermieri.

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